domenica 1 gennaio 2012

Noi chi? Voi


In due righe
In questo articolo, analizzo l'uso delle persone del verbo (io, noi, voi, impersonale) nel discorso di fine anno del Presidente Napolitano, e in un articoletto di Pierferdinando Casini. Il quale inciampa continuamente e ottiene il contrario di quello che si propone. Quanto al Presidente: chapeau.



Premessina tecnica
La linguistica definisce deittici quegli elementi del discorso che servono a precisare la relazione tra chi parla e il tempo, lo spazio, chi ascolta ecc. Funzione deittica hanno dunque le persone che il verbo assume: io, tu, lui/lei, noi, voi, loro e impersonale.

Il discorso del Presidente Napolitano
Nel discorso di fine anno (video; testo) del Presidente Napolitano, l'uso dei deittici è vario.

Il Presidente utilizza la prima persona singolare quando parla come Presidente della Repubblica (per esempio quando ringrazia i cittadini per i loro messaggi) e quando parla a titolo personale (quando rievoca la sua attività politica). In questi casi, si rivolge agli ascoltatori utilizzando il voi. Io-voi.

Il Presidente utilizza la prima persona plurale quando parla da italiano, cioè quando non frappone nessun distanza tra sé e gli altri cittadini. Ciò avviene in due circostanze: quando parla dei problemi che dobbiamo risolvere in Italia, e quando parla del ruolo che l'Italia deve giocare in Europa e nel mondo. Noi inclusivo.

Il Presidente utilizza l'impersonale quando indica le strade che devono essere percorse per risolvere i nostri problemi (si agisca, si deve stare attenti, occorre, bisogna).

Queste scelte rappresentano in modo perfettamente coerente il triplice ruolo del Presidente della Repubblica, il quale:
·       non è un semplice cittadino (io-voi);
·       è al di sopra della politica e non può fare politica (impersonale);
·       è un italiano (noi inclusivo).


Il pasticcio di Casini
Pur senza entrare nel merito del discorso di Napolitano, esso si conclude con un appello alla coesione, quale premessa indispensabile al rilancio del nostro paese. Questo appello è piaciuto a molti, e dispiaciuto ad altri.

Tra i tanti, vorrei considerare un intervento di Pierferdinando Casini, cioè di uno dei non moltissimi capi politici italiani che, Silvio consule e soprattutto Mario consule, afferma, in modo coerente, il proprio appoggio senza se e senza ma al governo Monti e, più in generale, a una fase di transizione di unità nazionale.

Sul blog dell'onorevole Casini, appare oggi l'articolo Il destino è tornato nelle nostre mani. Buonanno a tutti!.Siccome è breve, lo cito tutto.

Il messaggio del Presidente della Repubblica Napolitano deve confortare tutti gli italiani: la situazione è difficile ma siamo in buone mani. Vorrei ringraziare tutti gli iscritti e simpatizzanti dell’UDC e del Terzo Polo: avete capito il nostro lavoro, come dimostra il sondaggio pubblicato ieri da ‘La Repubblica’ che evidenzia come il massimo gradimento a Monti venga proprio dagli elettori UDC.
Gli italiani stanno facendo forti sacrifici, ne siamo consapevoli. Nessuno ha la bacchetta magica o può fare miracoli, ma la musica è cambiata: alla demagogia e al populismo si è sostituita la serietà e l’impegno. Le scelte impopolari che il Governo Monti ha fatto sono parte di un percorso condiviso volto a recuperare la credibilità perduta del nostro Paese nel mondo.
Da anni diciamo che solo uno sforzo condiviso tra i partiti più responsabili può salvarci, finalmente siamo stati ascoltati. Oggi il destino è tornato nelle nostre mani e la politica ha un’occasione irripetibile per riconquistare la fiducia della gente.
Buon anno a tutti!
Pier Ferdinando

Ai buoni intenditori giunti fin qui, basteranno poche parole.
Inizialmente, Casini si riferisce agli italiani alla terza persona. Dice "deve confortare tutti gli italiani". Poteva dire, per esempio: "deve confortarci tutti noi italiani". Ma va benissimo, per carità.

Però, subito dopo aggiunge: "siamo in buone mani". Non vi è dubbio che se avesse scritto "gli italiani sono in buone mani" sarebbe stato meglio, dal punto di vista della coerenza. Ma va ancora, abbastanza, bene.

Ciò che non va più bene è che poi prosegue ringraziando gli iscritti al suo partito. A questo punto, il primo dubbio: solo gli iscritti sono in buone mani?

Ma andando avanti, Casini scrive che gli italiani "stanno facendo" sacrifici, e commenta: "ne siamo consapevoli". Qui, in questo 'loro' versus 'noi esclusivo' i dubbi che ho sollevato prima trovano conferma. A distanza di poche righe, trovare un noi prima inclusivo e poi esclusivo palesa incoerenza, più propriamente ambiguità, e rende legittimo il sospetto di ipocrisia.

Addentriamoci: "Da anni diciamo" (noi inclusivo degli iscritti, esclusivo degli altri), "siamo stati ascoltati" (solo noi dell'UDC, e mi viene in mente Vasco Rossi).

A questo punto, il gran finale: "il destino è tornato nelle nostre mani". Le mani di chi? Le mani del sacrestano, direbbe Enzo Jannacci.

Onorevole Casini, lei può anche condurre una politica coerente e poi spolmonarsi a sostenerne la coerenza. Ma se lo fa in questo modo, lei autorizza chiunque a darle dell'ipocrita. Quanto conti la comunicazione nell'attività politica, me lo dica lei. A me pare anche troppo, a giudicare dalla qualità. Non vorrà mica dar ragione a Lenin (proprio lei!), che diceva: "Meglio meno ma meglio".