martedì 17 novembre 2015

Tecnologie dell'io (10): le intenzioni multiple del pensiero sintetico


Il pensiero sintetico
In molte circostanze, i facebookiani pubblicano quale propria immagine una fotina che rappresenta la loro adesione a un punto di vista molto diffuso, e che sintetizza dunque il loro pensiero sull'argomento. Due soli esempi: il famoso Je suis Charlie, per significare la solidarietà ai redattori della rivista satirica francese uccisi dai terroristi islamici; la fotina della bandiera greca, per significare l'appoggio alla politica di Tsipras.

mercoledì 15 luglio 2015

Tecnologie dell'io (9): illocuzione e intelligenza emotiva

In alcuni articoli precedenti, avevo scritto che la credibilità è contendibile nelle tecnologie dell'io. Cioè, la credibilità che uno ha acquisito al di fuori delle tecnologie dell'io non è affatto garanzia che gli basti. Anzi, se costui è tra coloro che comunicano in base al presupposto "Io ho qualcosa da dirvi", è più probabile che venga ignorato, se non osteggiato o addirittura dileggiato (dipende da quanto insiste). Ciò accade perché le tecnologie dell'io creano comunità di persone che hanno qualcosa da dirsi.

mercoledì 8 luglio 2015

Le tecnologie dell'io (8): "Noi abbiamo qualcosa da dirci"

L'uscita di Umberto Eco sugli "imbecilli" a cui le tecnologie dànno diritto di parola (video) ha fatto notizia mica per l'idea, che circolava già, ma perché l'ha detta Eco e soprattutto perché ha usato il termine "imbecilli". Nella nomenclatura di Eco, comunque, gli imbecilli non vanno ad aggiungersi agli apocalittici e agli integrati, e nemmeno ne costituiscono un di cui: il destinatario del discorso di Eco era e resta limitato alla comunità di coloro che, in questo articolo, io definisco i titolari accreditati e riconosciuti dei contenuti, cioè, per usare un termine più comune ma a me insopportabile, agli intellettuali.

giovedì 11 giugno 2015

L'ora di alternativa è l'ora di religione

In questo articolo, vorrei sintetizzare una serie di esperienze sull'ora cosiddetta di alternativa che sono accadute in varie scuole elementari, tra cui quella di mia figlia (Milano). Lo scopo è quello di mostrare come vanno le cose su una questione di cui si parla poco, perché sono in pochi ad aver qualcosa da dire. Pochi non perché intelligentoni, ma semplicemente perché pochi. Sono talmente pochi, che non varrebbe per loro nemmeno la pena di parlare: una minuscola sparuta minoranza che non aspira a crescere di numero. Il fatto è però che di mezzo ci sono i figli, e il concetto di laicità della nostra società: due cose che riguardano il futuro. Dico quello di tutti. Nell'articolo, anche una modesta proposta: rimuovere il crocefisso dalle aule di alternativa (se ce l'hanno).

domenica 15 marzo 2015

Non è colpa mia, non ci posso fare niente


Quando vedo tutto ciò che vedo, penso ciò che penso (M. Jouhandeau)

Compresi i bambini

Poi son le genti senza nome tante,
che del lor sangue oggi faranno un lago,
che meglio conterei ciascuna foglia,
quando l'autunno gli arbori ne spoglia
(L.Ariosto)

martedì 3 febbraio 2015

Le tecnologie dell'io (7): il caso di Charlie Hebdo

In questo articolo, mi occupo delle conversazioni relative ai fatti Charlie Hebdo. Rispetto agli articoli precedenti, qui non supporto il ragionamento con l'illustrazione della metodologia di analisi, né fornisco dati. Dunque, la lettura è più agevole.

domenica 1 febbraio 2015

La retorica salverà il mondo

"Ma quali sono i modi di persuasione della vita pubblica e quali i valori a cui ci si richiama? Come convivono verità diverse, e come trovano un punto comune senza distruggersi, amministrando e negoziando i conflitti? ...

lunedì 26 gennaio 2015

Teatro specchio della società. Sì, ma quale?

Che il teatro sia specchio della società, che sia il luogo dove la comunità si incontra e si riconosce, dove l'artista è tanto più bravo quanto più riesce a rappresentarla, è pacifico e lo prendo per buono. Vien da chiedersi se e in quale misura il teatro italiano svolga questa funzione.

lunedì 12 gennaio 2015

Il regalo di Satana (racconto di Alberto Di Risio)



Ricevo da Alberto Di Risio questo suo racconto e lo pubblico molto volentieri.
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In un momento della loro indefinibile esistenza, prima della creazione della terra, del sole  della luce e di tutti i pianeti, Dio e Satana pensarono  di inventare un gioco, per riempire il loro tempo senza tempo, il loro spazio senza confini e sconfinatamente vuoto.